Questo sacerdote “dalle mani pure quando offre a Ptah”, come recita l’iscrizione, e dalla pinguedine volutamente accentuata come simbolo di status, offre dolci profumi (fiori di loto e un incensiere) a Osiride, dietro al quale sono raffigurate Iside e Nefti. Accanto a lui il figlio, che ha ereditato la carica del padre. Si uniscono a loro nella devozione il resto della numerosa famiglia: due mogli, dieci figlie, e altri tre figli, il primo dei quali è anch’egli “capo dei sacerdoti puri”. La morbidezza dei corpi è ancora debitrice all’arte del ventennio amarniano.