Giunta a Torino con la collezione Drovetti nel 1824, la stele funeraria dello “scriba dei contorni” Maya potrebbe essere stata rinvenuta proprio nei pressi della cappella funeraria su cui avrebbe lavorato Schiaparelli circa 80 anni dopo. Alla scena di offerta della lunetta, nella quale Maya e la moglie Tamit rendono omaggio alla divinità della necropoli Osiride e Hator, corrisponde nei registri sottostanti la presentazione di offerte che i due coniugi ricevono dai loro numerosi figli, secondo un principio di reciprocità assai comune nel pensiero religioso egiziano.