Il cosiddetto “Papiro delle miniere” con una mappa dello Wadi Hammamat sul recto e testi di vario genere (lettere, testi amministrativi e letterari) sul verso

Questo papiro frammentario, appartenuto allo scriba di Deir el-Medina Amennakht figlio di Ipuy, che ne è anche ritenuto l’autore, è una delle più antiche carte geografiche conosciute. È orientata con il sud verso l’alto, verso la sorgente del fiume Nilo. Mostra una regione montuosa attraversata da wadi, cioè antichi letti di fiume prosciugati, con uno wadi principale e vari secondari. Gli studiosi hanno dimostrato che il principale è lo Wadi Hammamat, che collega la Valle del Nilo al Mar Rosso. Le colline che fiancheggiano i wadi sono raffigurate di fronte e rivolte in direzioni opposte, verso l’alto e il basso, secondo uno schema consueto nell’arte egizia. alcune sono rosa o rosa con strisce marroni (rocce sedimentarie, granito rosa), altre nere (rocce effusive e metamorfiche). Le ampie curve dello Wadi Hammamat sono state raddrizzate, altrimenti lo stretto papiro non avrebbe potuto contenerle. Il disegno non usa una scala costante, ma sembra contenere comunque un rapporto fra i 50 e i 100 metri per centimetro.
Il lato posteriore, o verso, del papiro fu usato per scrivere numerosi altri testi. Il primo da destra (il senso di lettura dello ieratico è da destra a sinistra, per cui di solito si cominciava a scrivere dal bordo destro del papiro) è la copia di una lettera al re Ramesse VI, il cui autore (il nome è perduto) richiede l’assegnazione di un “infermo dell’esercito” perché si occupi del culto di una statua di legno e materiali preziosi che l’autore stesso ha offerto al sovrano. Il testo successivo registra quella che sembra essere una requisizione di una gran quantità di rame appartenente agli operai di Deir el-Medina da parte di Ramsesnakht, gran sacerdote di Amon-Ra. Più a sinistra spicca un testo vergato in bella calligrafia con una lista di dèi e dei giorni festivi loro dedicati. Il testo lungo al bordo superiore destro registra che lo scriba Amennakht ha fatto da testimone al giuramento di un “cittadino”, il cui nome è perduto.