Le liriche di ispirazione amorosa, destinate ad essere cantate e recitate con accompagnamento musicale, sono un genere nuovo che si sviluppa soprattutto a partire dal Nuovo Regno. Questo papiro riporta alcune strofe dei cosiddetti “Canti del Boschetto”, in cui un melograno, un fico e un sicomoro prendolo la parola a turno per esaltare le loro qualità o lamentare incuria. Il melograno per primo racconta del suo ruolo fondamentale nel nascondere gli amanti “inebriati dal vino e dal mosto”, mentre il sicomoro invita la sua signora a un festino da tenersi alla sua ombra con gli altri giovani e domestici. Infine il fico, spoglia di guerra dalla Siria, si lamenta di essere trascurato dalla sua signora e di non venire innaffiato.
[…] Mentre il simposio si turba in ebbrezza, ed essa resta in disparte con il suo amato. Passeggerà sotto di me la sua signora, nel suo errare. Io sono discreto, non dico ciò che vedo…