Il cosiddetto “Papiro satirico-erotico di Torino”

Entrambe le facce di questo papiro rappresentano i temi satirici egizi per eccellenza. Su un lato, animali adottano comportamenti e vestiti umani, figurando una parodia sociale. L’umorismo egizio si manifesta sulle altre scene con una rappresentazione che potremmo forse classificare come “pornografia”. Non deve essere considerata come un “Kamasutra” egizio, ma come un documento comico. Il disegnatore ha sottolineato gli sforzi compiuti, le posizioni scomode e acrobatiche di uomini e donne. Gli uomini sono caricature di gente modesta: la loro calvizie e barba ispida tradisce la loro appartenenza alla classe sociale dei lavoratori e contadini manuali, che non hanno il tempo o i mezzi per prendersi cura del corpo. La sessualità non è quasi mai esibita sui monumenti e gli oggetti dell’élite. L’attività rappresentata è quindi da intendersi come oscena, anche se il fatto che compaia su papiro, un materiale costoso, indica che il documento era destinato a una classe più elevata, che traeva forse piacere dal sentirsi superiori a questi personaggi rozzi, volgari e maleducati. Le donne, invece, sono rappresentate aderendo perfettamente ai canoni di bellezza del disegno egizio, per rendere la scena più eccitante. Perché unire questa scena di lussuria con una parodia di animali? Per il piacere della trasgressione delle barriere naturali tra animali e umani, e la trasgressione delle regole del decoro sociale.