Come visir (parola moderna, derivata dall’arabo wasir “ministro”, con cui traduciamo l’egiziano tjaty), Gemenefherbak era il responsabile della giustizia, funzione simboleggiata dal pendente raffigurante la dea Maat che porta sul collare.
Il petto è protetto da uno scarabeo alato, personificazione del sole che rinasce al mattino. Sul fondo esterno della cassa, il defunto è raffigurato due volte in adorazione del pilastro djed, simbolo di Osiride, signore dell’Aldilà.
Nonostante le dimensioni dell’oggetto e la durezza della pietra, gli scultori esprimono qui tutto il loro virtuosismo in una levigatura delle superfici e raffinatezza di dettagli che sono tipici della XXVI dinastia.