L’iscrizione sulla base indica che la statua apparteneva a una “figlia del re” di nome Redji. Anche se il nome del re non è indicato, è possibile datare la statua all’inizio dell’Antico Regno in base allo stile. Statue come questa non erano pensate per essere dei ritratti fedeli del
defunto, ma per agire come loro sostituti nella tomba,
preservandone in qualche modo anche l’integrità
corporea. La rappresentazione della persona è dunque
idealizzata e risponde ai canoni artistici dell’epoca:
postura rigida, collo molto corto, parrucca voluminosa.