La donna è seduta su uno sgabello con cuscino. Sul capo ha un fiore di loto su cui restano tracce di colore, come anche sulle labbra. Nella sinistra stringe un fiore di loto, nella destra un contrappeso per la collana menat, uno strumento rituale usato nel culto di Hathor, dea della sensualità. Il leggero appoggio delle trecce della parrucca sul braccio esprime un compiacimento stilistico tipico dell’arte dell’epoca. L’iscrizione evoca per la defunta “ogni cosa che appare al cospetto degli dèi di Menfi per l'Osiride, la dama Hel…”.
La finezza di esecuzione – nonostante la vistosa asimmetria – e le dimensioni della statua indicano che si tratta di un personaggio di alto rango. Data la tipologia seduta e la parte posteriore lasciata grezza, era sicuramente collocata in origine in una cappella funeraria, con ogni probabilità a Saqqara, la necropoli di Menfi, dove in quest’epoca le élite egiziane si fanno costruire tombe sontuose, con sculture di stile molto simile alla nostra.