I sarcofagi “antropoidi”, cioè con il coperchio a immagine della mummia, a partire dal 1800 a.C. gradualmente rimpiazzano quelli rettangolari. Questo esemplare appartiene a un certo Puia; le iscrizioni non ne indicano i titoli, ma potrebbe essere l’omonimo padre dell’alto funzionario Puyemra, secondo sacerdote di Amon sotto il faraone donna Hatshepsut (1479-1458). Il sarcofago fu infatti ritrovato dall’egittologo Robert Mond in un pozzo funerario non lontano dalla tomba di Puyemra, e successivamente acquistato da Schiaparelli nel 1910.
La sepoltura fu saccheggiata già in epoca faraonica, quando non interessavano i reperti ma solo i materiali preziosi: il sarcofago fu infatti spogliato della decorazione in foglia d’oro che imitava il bendaggio della mummia, mentre uno degli occhi intarsiati in vetro incastonato fu recuperato da Mond nella tomba.
Il viso e le mani erano dipinti in rosso. Alla testa e ai piedi sono raffigurate le dee del compianto funebre, Iside e Nefti. Su ambo i lati sono dipinti in blu gli dei funerari Osiride e Anubi (seconda e quarta figura), alternati con i Quattro Figli di Horus (prima e terza figura): a destra Amset e Duamutef, a sinistra Hapy e Qebehsenuf, in una “simmetria incompleta” tipica dell’arte egizia. Ai due lati del capo è una porta di cappella sormontata da un occhio di Horus e dal segno shen. La mummia (non ritrovata) giaceva in origine sul supporto a forma di scala.