Tutmosi III (1479-1425 a.C.) fa scavare nella roccia un tempietto a Ellesiya, non lontano da Abu Simbel, dedicato a Horus di Miam e Satet; il tempio è accessibile solo dal fiume. L’interno presenta una struttura a T rovesciata, formata da un corridoio e due camere laterali. Sulle pareti sono scolpite scene di offerta da parte del re agli dei egizi e nubiani; le figure sono rivolte verso la parete di fondo, dove sono scolpite a mezzo tondo le statue di Horus, Satet e Thutmosi III in trono.
Durante il regno di Akhenaten (1352-1336), la decorazione fu martellata in vari punti; venne reintegrata successivamente da Ramesse II (1279-1213), che fa rimodellare la triade nella nicchia di fondo con Amon, Horus e il re. Infine, diventa un luogo di culto cristiano, come testimoniano croci e stelle a cinque punte incise sul portale d’ingresso e sulle pareti interne.
Trovandosi all’interno della regione destinata a essere sommersa dal lago Nasser dopo la costruzione della Grande Diga di Assuan, anche il tempio di Ellesiya è oggetto della missione di salvataggio dei templi nubiani condotta dall’UNESCO. Giunto a Torino nel 1967, l’edificio fu ricostruito nell’ala del Museo dedicata a Ernesto Schiaparelli.