Questo massiccio sarcofago in pietra fu rinvenuto nel 1903 dagli operai egiziani che lavoravano per Ernesto Schiaparelli e per il suo collaboratore Francesco Ballerini, all’interno della tomba a mastaba di Duaenra, situata a Giza in prossimità della piramide di Cheope: i rilievi che decorano i resti della cappella funeraria della tomba e un blocco da essa prelevato oggi conservato a Boston ci informano che Duaenra era un principe, figlio del faraone Chefren e della regina Meresankh, e inoltre che aveva rivestito le cariche di visir e scriba dei libri sacri. Il taglio obliquo di uno dei lati brevi del sarcofago doveva forse servire a facilitarne il trasporto, così come le protuberanze del coperchio erano impiegate per agevolare il suo sollevamento. Dato il ridotto spazio ricavato al suo interno, il defunto doveva esservi stato adagiato su un fianco e in posizione semicontratta.